Assertività: l’arte di vincere senza combattere

Di fronte a situazioni difficili gli animali hanno solo due scelte, combattere o fuggire, mentre gli esseri umani ne hanno una terza: essere assertivi.
L’assertività (che tradotto dal latino significa “affermazione di sé”) si manifesta nella capacità dell’individuo di saper esprimere e far valere le proprie idee ed opinioni senza aggredire l’altro.
Questa abilità è strettamente connessa al proprio senso di autoefficacia ed autostima.
Secondo gli psicologi statunitensi Alberti ed Emmons, l’atteggiamento assertivo si può definire: «Un comportamento che permette alla persona di agire nel suo pieno interesse, di difendere il suo punto di vista senza ansia esagerata, di esprimere con sincerità e disinvoltura i propri sentimenti e di difendere i suoi diritti senza ignorare quelli altrui».
Tale comportamento si può anche interpretare come la giusta via di mezzo tra l’essere passivo e l’essere aggressivo.
Per comunicare in maniera assertiva, ci sono alcuni elementi da tenere a mente nell’interazione con l’altro:

  • la partecipazione al dialogo deve essere attiva e non “reattiva”;
  • bisogna avere consapevolezza che le proprie parole hanno delle conseguenze positive o negative a seconda del messaggio inviato;
  • abbiamo sempre, in qualsiasi circostanza, il diritto di manifestare i nostri desideri e punti di vista senza però negare quelli altrui;
  • è necessario abbassare il livello di tensione che possiamo avere quando comunichiamo con l’altro, ridurre perciò l’ansia che ci deriva dalla paura del giudizio o dal senso di colpa per le conseguenze che le nostre parole possono avere;
  • le espressioni corporee e il tono di voce sono importanti e devono quindi essere coerenti al contenuto della comunicazione;
  • bisogna saper ascoltare, ovvero prestare attenzione non solo al contenuto razionale ma anche a quello emotivo, riassumere, dare feed-back e chiedere chiarimenti;
  • è bene usare parole che esprimano fiducia in sé stessi e negli altri. Sarebbe opportuno non imporsi ed evitare giudizi ed ordini categorici;
  • credere nella propria capacità di affermarsi e immaginarsi nell’atto di riuscire.

GLI STILI DI COMPORTAMENTO
L’assertività viene descritta da vari autori lungo un continuum comportamentale che va dalla “passività” all’“aggressività”, estremi indicati come negativi e disfunzionali.
Nell’area intermedia viene individuata l’assertività quale comportamento sociale funzionale ed efficace.
Il comportamento passivo è quello di colui che antepone i bisogni degli altri ai propri, viceversa nel comportamento aggressivo sono i propri bisogni ad essere soddisfatti a scapito di quelli altrui mentre nell’atteggiamento assertivo questi due si equilibrano.
Il comportamento passivo si manifesta attraverso le seguenti difficoltà:

  • non riuscire ad esprimere le proprie necessità e a fare richieste;
  • mettere da parte le proprie esigenze e diritti;
  • essere sottomesso agli altri;
  • avere difficoltà a dire di no;
  • avere difficoltà nel comunicare agli altri i propri sentimenti;
  • avere spesso bisogno dell’approvazione altrui;
  • dipendere o avere paura del giudizio altrui;
  • avere eccessiva ansia;
  • ritenere che gli altri siano migliori di noi stessi;
  • avere difficoltà nel prendere decisioni;
  • dirigere la rabbia verso di sé piuttosto che verso la fonte della rabbia;
  • sentirsi frustrati e scontenti.

Alcune delle motivazioni alla base di un comportamento passivo possono essere:
1. desiderio di essere accettati da tutti, idea irrazionale e disfunzionale.
2. non volersi lasciare coinvolgere in conflitti, per paura di non saperli gestire o per paura delle conseguenze;
3. timore che le proprie azioni non producano risultati positivi. La persona mostra di non credere in se stessa o ritiene di non possedere le capacità richieste per la soluzione di quello specifico problema;
4. timore di perdere il controllo di se stessi e di comportarsi in modo poco lecito. La persona evita di provare sensi di colpa.
Il comportamento aggressivo, invece, si manifesta attraverso i seguenti atteggiamenti:

  • volere che gli altri si comportino come fa piacere a noi;
  • non modificare la propria opinione su qualcuno o su qualche cosa;
  • decidere per gli altri senza ascoltare il parere dei diretti interessati;
  • non rispettare i diritti altrui;
  • non accettare di poter sbagliare;
  • non chiedere “scusa” per un eventuale comportamento errato;
  • non ascoltare gli altri mentre parlano;
  • interrompere frequentemente il proprio interlocutore;
  • giudicare gli altri e criticarli;
  • usare strategie colpevolizzanti o svalorizzanti;
  • considerarsi il migliore.

Le principali motivazioni sottostanti un comportamento aggressivo sono:

  • voler sempre ottenere ciò che si desidera. La persona è convinta che i suoi desideri debbano essere sempre soddisfatti anche se questo significa prevaricare gli altri;
  • sfogare la propria rabbia contro qualcuno, aiuta a sentirsi meglio. Gli altri vengono aggrediti pur di stare bene. Ci si può sentire meglio all’inizio, ma non si considera che a lungo andare così si deteriorano i rapporti con gli altri;
  • credere che gli altri siano dei nemici dai quali proteggersi. Gli altri vengono visti come ostili e l’arma migliore, prima di essere attaccati, è attaccare;
  • credere che gli altri debbano adeguarsi alla nostra volontà. Chi ragiona in questo modo è generalmente insensibile alle ragioni dell’altro. È sufficiente che l’altro dissenta dalla sua opinione per farlo scattare rabbiosamente.

Lo stile assertivo, invece, presenta le seguenti caratteristiche:

  • capacità di esprimere i propri bisogni e le proprie esigenze;
  • capacità di assumersi la responsabilità delle proprie azioni e le conseguenze che ne derivano;
  • accettare il punto di vista e le critiche costruttive degli altri;
  • rispettare i diritti degli altri;
  • fornire critiche costruttive;
  • saper non giudicare, non svalutare o colpevolizzare gli altri;
  • ascoltare ma decidere in modo autonomo;
  • essere pronto a cambiare la propria opinione;
  • capire quando gli altri ci stanno manipolando ed arginarli;
  • non pretendere che gli altri si comportino come fa piacere a noi;
  • ricercare l’altrui collaborazione;
  • essere in grado di comunicare le proprie emozioni;
  • valutarsi in modo adeguato.

Alcune delle cause che non permettono lo sviluppo di una condotta assertiva derivano dall’educazione e dalle esperienze apprese in famiglia (un’educazione troppo rigida che non valorizza la persona e che non le insegna quali sono i suoi diritti, oppure al contrario degli esempi genitoriali negativi) ed altre derivano da fattori cognitivi: rigidità mentale e pensieri disfunzionali e irrazionali.
Galeazzi (1994) indica le seguenti principali componenti del comportamento assertivo:
– l’assertività positiva e l’assertività negativa, la prima rappresenta la capacità di esprimere e di ricevere manifestazioni di approvazione,stima e affetto, mentre la seconda riguarda l’espressione della propria disapprovazione o delle proprie critiche agli altri in modo adeguato;
– la difesa dei propri diritti quale capacità di proteggere ogni personale diritto e di rifiutare richieste inappropriate o irragionevoli, che ledono la libertà e le preferenze personali;
– l’assertività di iniziativa, ossia l’abilità nel risolvere problemi e soddisfare personali bisogni, che consiste anche nel saper avanzare richieste, favori, ecc.;
– l’assertività sociale, quale capacità di interagire con le altre persone e di stabilire nuove relazioni, che si esprime nella padronanza relativa all’iniziare, continuare e concludere una conversazione nelle più diverse interazioni sociali, tanto con amici quanto con persone autorevoli o sconosciute;
– la direttività che concerne l’attitudine ad assumersi delle responsabilità e l’abilità nell’influenzare e guidare gli altri nelle situazioni interpersonali problematiche.

L’assertività è una delle caratteristiche chiave delle persone di successo!
“Nessuno ti regalerà libertà, giustizia o rispetto.
Devi andare a prendertele.”
(Malcom X)

Dott.ssa Alessia Miceli