Introduzione alla psicosomatica

Con il termine “psicosomatica” si intende una branca della medicina che studia la relazione mente-corpo (cioè mondo emozionale/affettivo e soma), con l’obiettivo di individuare e spiegare i meccanismi attraverso i quali le esperienze emotive si trasformano in sintomi fisici.
Il presupposto base di questa disciplina è una particolare concezione dell’uomo e della malattia: la persona viene considerata nella sua unità somato – psichica e così anche la malattia, come l’effetto di una interrelazione tra l’attività del cervello che genera le reazioni emozionali e l’attività degli altri sistemi biologici del nostro organismo (sistema nervoso periferico, immunitario, neurovegetativo, ecc…). Uno stato emotivo negativo, quale ad esempio un forte e prolungato stress, è causa di modificazioni di alcune molecole proteiche pro ed antinfiammatorie e di conseguenza influenza la nostra soggettività alle malattie infettive. Le emozioni positive, invece, contribuiscono a determinare ordine ed equilibrio sia a livello del sistema nervoso che a livello dei ritmi cardiaci e questo favorisce il benessere fisiologico e la maggiore resistenza alle malattie.
Gli strumenti che la psicosomatica utilizza sia per la diagnosi che per la terapia sono quelli tipicamente medici (indagine sui sintomi, esami e referti, interventi chirurgici e farmacologici) ma anche metodologie proprie del campo della psicologia (anamnesi psicologica, colloqui che indagano i vissuti emotivi, il carattere e la personalità dell’individuo, tecniche di rilassamento, psicoterapia, psicofarmacologia).
Si parla, quindi, di multifattorialità dell’intervento. Ipoteticamente, in qualsiasi disturbo sono individuabili componenti psicosomatiche ed è errato porre in categorie differenti le malattie “psicologiche” e le malattie “mediche”, esistono però sicuramente delle differenze e si possono individuare malattie per le quali i fattori biologici, genetici, ambientali-tossico-infettivi hanno una funzione predominante (come i tumori e le sindromi neurologiche), e malattie maggiormente condizionate da emozioni e tensioni di ordine psichico.
Gli stati patologici che si ritiene siano influenzati in misura più consistente da componenti emozionali sono quelli che riguardano il sistema gastrointestinale (gastriti, coliti, stipsi, nausea, ecc..), il sistema respiratorio e cardiovascolare (asma, dispnea, iperventilazione, tachicardia, iperventilazione, ecc…), il sistema cutaneo (dermatiti), il sistema muscolo-scheletrico (cefalea tensiva, dolori articolari), il sistema genito-urinario (enuresi, impotenza, dolori mestruali, cistite), il sistema endocrino (alterazioni nella funzione tiroidea); questo perché i correlati fisiologici delle emozioni trovano espressione attraverso questi sistemi che sono autentici canali di rapporto tra la mente e il corpo. Sono infatti osservabili, a seguito di stimoli emotivi intensi, cambiamenti in vari parametri di riferimento di questi sistemi organici, anche se questi cambiamenti possono essere molto diversi tra soggetto e soggetto. Tali differenze sono dovute al fatto che uno stesso evento può essere emotivamente vissuto in maniera più o meno significativa da persona a persona a seconda del suo background di vita, ecco perché diventa fondamentale nel momento della diagnosi approfondire con il paziente i suoi vissuti, le sue caratteristiche di personalità e le reazioni agli eventi che hanno preceduto l’insorgere della patologia nella sua forma manifesta.
Diversi autori si sono interrogati e hanno formulato teorie che spiegano e danno un significato al meccanismo alla base della malattia psicosomatica.
Reich parla di “scarica non avvenuta”: tutti gli eventi fisiologici e biologici seguono un processo di carica e scarica ma se il momento della scarica viene, per qualche motivo frenato, tutto l’organismo rimane carico e questa tensione va a formare una corazza caratteriale (a livello psichico) e una corazza muscolare (a livello organico);
Nemiah descrive i malati psicosomatici come individui incapaci di elaborare le pulsioni (sentimenti e fantasie). Invece di elaborarle (a livello della corteccia cerebrale) vengono deviate sull’ipotalamo che, sovrastimolato, produce un’eccitazione nel sistema neurovegetativo con alterazioni e sintomi di vario genere.
Bikow parla di un condizionamento negativo appreso tra uno stimolo e i meccanismi di reazione che rispondono in modo patologico.
La maggior parte delle teorie psicologiche interpretano la malattia psicosomatica come un primitivo meccanismo di difesa che serve all’individuo per tenere lontano da se, dalla propria consapevolezza contenuti psichici dolorosi o inaccettabili che per liberarsi trovano espressione attraverso il proprio corpo, attraverso un sintomo manifesto e definito per cui meglio accettabile e meno spaventoso per la persona.